Giacomo Leopardi viene considerato uno dei più grandi poeti dell'ottocento italiano. Naque nell'estate del 1798 a Recanati, un piccolo paese delle Marche, nel centro Italia. E proprio su questo paesino si basano alcune delle sue poesie più famose. Si trova lì, per esempio, l'ermo colle descritto nell'Infinito, il colle dove nel silenzio della natura amava passeggiare e meditare.
Fin da piccolo mostrò una gran intelligenza e una viva curiosità che lo portarono a scrivere composizioni non solo su argomenti storici ma anche scientifici. Nella biblioteca di Recanati è ancora conservato il frontespizio di un suo primissimo trattato sulla chimica.
Analizzeremo in questo post una delle sue poesie più famose, La quiete dopo la tempesta. Scritta nel 1829 e pubblicata qualche anno più tardi.
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
Con l'opra in man, cantando,
Fassi in su l'uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua
Della novella piova;
E l'erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passegger che il suo cammin ripiglia.
- Il componimento descrive un borgo rurale V/F
- Gli uccelli cinguettano V/F
- La gallina è rinchiusa nel pollaio V/F
- L'artigiano lavora sotto la tempesta V/F
- Il sole inonda di luce la vallata V/F
- La fanciulla spazza via l'acqua piovana V/F
- L'ortolano vende le proprie mercanzie per strada V/F
- I viandanti si fermano a riposare V/F